Fascino dei gessi rotti 🤍 Vanità e umiltà in una foto
Composizione tra la mia piccola “Ombra” chiara e la sublime “Pietà” di Michelangelo oscurata graffiata e spezzata da secoli di incontri. Magari si trova un pò speranza nella gioventù del volto di Filippo.
Percorso fotografico nell’Accademia alla ricerca di incontri visivi con questo gesso rotto, tradotto dal cotto di Filippo. I gessi di sculture antiche e rinascimentale abitano i nostri locali delle loro figure storiche. Spesso sono rotti perche rovinati dal tempo e dalle scritte di studenti come la Pietà di Michelangelo. Spesso sono incompleti perche sono calchi di statue rivenute cosi, la Venere di Milo per esempio è un referto archeologico parziale, in un altro tempo era completa. Il mio gesso del ritratto di Filippo è stato concepito con le mani staccate dalle braccia e senza corpo nel nostro tempo contemporaneo. Le rotture di questi gessi hanno significati diversi legati al tempo. La fotografia fissa un momento nel tempo, e quando raconta proprio il concetto del tempo que passa entriamo in un altra dimensione. Il tempo che passa sull’arte e su secoli di allievi, il tempo troppo veloce di un triennio, il tempo che finisce tra poco perché ci sorride la morte. La scultura e i suoi spazi d’incontro sono i modelli per eccellenza per la fotografia in bianco e nero perche entrambi ci parlano essenzialmente di luce e di ombra, di pieni e di vuoti, si sfumature e di poesia.