Mentre mi dedico alla tesi di Magistrale a Carrara mi ricordo l’esperienza della tesi precedente. L’aula 19 è stata durante il triennio di scultura a Firenze un grembo silenzioso, una cula, un forno, una trincea in guerra, un tempio, una caverna. Il pensiero attivo cui dentro era tangibile ad averne vertigini. La mia tesi di laurea tratta in parte di questo, il luogo dove nasce il concetto e dove riceve struttura, ordine, plastica, il luogo in cui si nasce il pensiero. Si intende come concetto di partenza e come spazio favorevole al suo nutrimento, che segue un percorso lento e laborioso attraverso i diversi laboratori verso lo stato di opera d’arte. A19 è il nome dell’aula scritto sulla porta dell’aula di scultura.
Leggere Rodin mi ha suggerito l’idea di dedicare la tesi di laurea alla trasmissione dei saperi, allo stretto rapporto quanto spirituale e umano tra maestri e allievi, ed è seguendo argomenti specifici alla lezione di scultura che ho strutturato i capitoli. Ho cercato nella stesura a collegare nel contemporaneo l’insegnamento ricevuto nei libri e quello concreto in classe. Nell’argomento faccio riferimento all’astrofisico Reeves che ci parla della materia e dell’intelligenza che la anima, in rapporto all’arte della scultura che a anche fare con la materia, la vita e lo spazio. Era importante riferire anche alla lezione del mio professore Very i cui insegnamenti mi accompagnano da decenni, e al mio percorso di studio a Firenze con Patti e gli altri professori. La lezione di scultura di Patti durante il triennio è un dono, ed ho provato la necessità di storicizzarla nella mia tesi. La nostra ”conversazione” nella biblioteca storica dell’Accademia mirava a nutrire un testo di base per la didattica. Il mio professore ha dedicato del suo tempo per rispondere alle mie domande, con sincerità e fede. Ne sono molto felice, spero sarà utile nel tempo. Quando noi non ci saremo più, il testo ricorderà che alcuni persone hanno considerato importante di parlare e definire allo scritto questi concetti per trasmetterli. Ho condiviso con Very questa gioia di avere unito in uno solo argomento i diversi “maestri” che mi sono cari, il professore del liceo Very e quello dell’accademia Patti, con una dedica speciale alla memoria di mio padre che mi insegnò la fotografia il cui nome è scritto su ogni opera mia. Very mi ha confidato che a considerare la nostra amicizia e relazione epistolare attraverso il tempo e lo spazio, lui in Normandia io in Toscana, trent’anni dopo il liceo, realizza quanto è importante la responsabilità di un docente preso gli allievi che gli sono affidati, e mi ringrazia. Ma quanto sono io che devo ringraziare questo grande signore che risponde ancora alle mie lettere, la cui lezione negli anni 86-90 mi aveva cambiato per sempre. A Firenze ho continuato a crescere e a nutrire la mia identità artistica fino a sentire l’assoluta necessità di rispondere all’appello del marmo e di andare a Carrara. Ora torno alla rilettura della prossima tesi …
Fotografie del giorno della tesi a Firenze sull’articolo di Blog Tesi di laurea a Firenze